Intervista ai MIROARCHITETTI:
Redazione:
Ciao Riccardo, ciao Valentina!
Vi va
di raccontarci qualcosa del vostro progetto?
MIROARCHITETTI:
Certo! Va bene!
Redazione:
Dunque…dove si colloca la vostra area d’intervento?
MIROARCHITETTI: Il
nostro progetto coinvolge la Colonia Olivetti e il sistema delle spiagge.
Redazione:
Come descrivereste l’area d’intervento?
MIROARCHITETTI:
Il tratto di costa fra Marinella e Fiumaretta è
un bug di sistema nell'Alta Riviera Tirrenica. Al limite settentrionale di un
litorale che vedrà la spiaggia incessantemente assediata da più o meno
incombenti cubature di costruito, si verificano due chilometri di interfaccia
diretto fra il paesaggio rurale e il mare. Un'eccezione alla regola, forse poco
evidente per via della sua posizione periferica, di sicuro ad oggi poco
valorizzata.
Redazione:
Quindi un luogo decisamente problematico, ma con grandi potenzialità?
MIROARCHITETTI:
Risulta facile etichettare questo luogo come
'mare di serie B' se si pretende
di giudicarlo sul piano delle facilities per il turismo balneare, se lo si
paragona alle prestigiose località della costa Spezzina, o ai muscolari
erogatori di divertimento estivo della riviera Toscana. Le sue potenzialità
risiedono invece proprio nella sua spiazzante diversità, una diversità che
dovrebbe incuriosire ed attrarre invece di scoraggiare, che potrebbe essere
l'anima di una ritrovata identità locale in grado di sedurre nicchie specifiche
ma non esigue di possibili utenti.
Redazione:
Quindi il potenziamento di strutture ricettive, di facilities potrebbe non
rappresentare una scelta
strategicamente corretta?
MIROARCHITETTI:
La carenza di strutture per la ricezione e il
divertimento (grande ristorazione, discoteche, sale giochi, alberghi) è un
punto a favore agli occhi di quanti rigettano i topoi delle vacanze di massa e
vedono nella grande concentrazione di offerta un implicito sintomo di caos,
ressa e scarsa genuinità.
Redazione:
Quindi, piuttosto, la valorizzazione
del territorio naturale potrebbe essere una mossa più azzeccata?
MIROARCHITETTI:
Marinella non può competere, a livello di
cornice naturale, con gli spettacolari scorci verticali del resto della costa
ligure. Ma il suo territorio, opportunamente riqualificato, la collocherebbe una spanna sopra alle località
turistiche delle provincie di Massa, Carrara e Lucca dal punto di vista della
qualità ambientale.
Redazione:
Ed è ipotizzabile pensare che questo
scenario possa accolgliere eventi, manifestazioni, attività?
MIROARCHITETTI:Sicuramente la straordinaria abbondanza di spazio vuoto
permetterebbe l'organizzazione e la gestione di un ventaglio di piccoli e
grandi eventi impensabili altrove: festival musicali, spettacoli in spiaggia,
eventi sportivi di massa ecc…
Redazione:
Quale modello turistico vi immaginate
per l’area?
MIROARCHITETTI:
ll profilo dell'offerta locale (poche pretese,
schiettezza e prezzi bassi) è potenzialmente integrabile con una logica di
turismo sostenibile (filiera corta, km 0, carfree, basso consumo energetico).
Redazione:
Detto ciò, qual è la vostra strategia?
MIROARCHITETTI:
Innanzitutto la riqualificazione del lungomare
di Marinella deve essere impostata su una doppia azione di valorizzazione del
paesaggio naturale mare-campagna e di graduale compattazione, minimalizzazione
e mimetizzazione delle strutture ricettive fisse e delle loro pertinenze.
Il paesaggio riqualificato, che di
default dovrà apparire il meno possibile antropizzato, sarà in realtà
predisposto per ospitare eventi di massa, provvedere grandi quantità di posti
macchina ad impatto ambientale minimo e sopportare estemporanei aumenti della
propria capacità ricettiva.
Redazione:
Un luogo per i giovani dunque?
MIROARCHITETTI:
Sicuramente il possibile binomio 'spiaggia
naturale + eventi' potrebbe rendere Marinella particolarmente appetibile per i
giovani con standard di interessi culturali e artistici medio-alti.
Redazione:
Quindi la tradizione, la cultura –anche
locali- possono rivestire un ruolo importante all’ interno delle nuove
dinamiche di sviluppo?
MIROARCHITETTI:
La riconfigurazione del litorale sarà l'output
materiale di una riprogrammazione più a vasta scala dell'identità stessa di
Marinella di cui dovranno necessariamente far parte programmi di valorizzazione
e di incentivo per le eccellenze del territorio del basso spezzino:
gastronomia, prodotti tipici, patrimonio artistico e naturale e che potrà
implicare il coinvolgimento di Marinella in eventi culturali a scala
sovralocale (come il Festival della Mente) e/o la creazione di altri happening
ruotanti attorno ad essa.
Redazione:
Quanto può essere importante il
messaggio pubblicitario-mediatico all’interno di questa logica d’intervento?
MIROARCHITETTI:
Un operazione anche comunicativa, ben incarnata
dallo slogan [s]low co[a]st: un concetto di ambiente balneare a bassa intensità
e dall'aspetto semi-selvatico che incontri il favore di turisti informali,
dinamici ma in fuga dalla frenesia, non refrattari alla spartanità ma con
precise esigenze minime di qualità ambientale.
Redazione:
Quale sarà dunque il ruolo della
Colonia Olivetti?
MIROARCHITETTI:
Il ruolo della Colonia in questa visione sarà
quello di padiglione multifunzionale di accoglienza e rappresentanza. Un polo
in grado di ergersi a simbolo dell'intero progetto di riqualificazione
veicolandone iniziative e servizi.
Redazione:
Raccontateci brevemente come pensate
di organizzare il progetto a livello di masterplan…
MIROARCHITETTI:
Innanzitutto la strada litoranea viene spostata
verso l'entroterra riprendendo le indicazioni di massima del Progetto Marinella.
La spiaggia si amplia di conseguenza in profondità fino all'attuale statale, il
cui terrapieno, in gran parte preservato e convertito in spina ciclopedonale,
permane a stabilire un'ideale frontiera fra ambiente marino e terrestre.
Gli stabilimenti balneari sono
sottoposti ad un programma di graduale riconfigurazione. Le strutture
attualmente esistenti vengono accorpate in compatti compounds distanziati fra
loro da lunghi tratti di costa finalmente incontaminata dalla presenza del
costruito.
Queste 'Oasi', che possono
condividere alcuni servizi collettivi e amenities ingombranti (campi sportivi, market, piscine), si
addossano alla massicciata preesistente aprendosi in direzione mare. Dinanzi ad
essi si sviluppa una fascia di larghezza variabile di dune che prelude alla
spiaggia vera e propria.
Nella fascia inclusa fra vecchia e
nuova strada litoranea si viene a riformare la barriera della pineta, non però
con funzione meramente paesaggistica. Ripartita alla quota zero secondo un
disegno fortemente influenzato dalla retrostante campagna, la massa alberata è
di fatto un contenitore di funzioni. I parcheggi lineari che oggi incombono
verso la spiaggia sono stati riconfigurati come pochi grandi bacini alberati e
circondati da barriere di canneti per minimizzarne la visibilità a quota zero.
Nel resto della pineta, all'ombra delle chiome dei pini, sono distribuite
attrezzature sportive, spazi per spettacoli e zone relax per trascorrere le ore
calde delle giornate estive.
La nuova sezione del litorale
consiste in sostanza in una sequenza fissa di ambiti (mare, spiaggia, dune,
pineta, campagna) le cui proporzioni variano adattandosi alla conformazione
della costa e dando vita a diverse declinazioni del paesaggio recuperato.
Redazione:
Molto interessante…E la Colonia
Olivetti? Come pensate di intervenire?
MIROARCHITETTI:
Nell'immaginare una nuova vita per la Colonia
sono state scartate ipotesi che ne implicassero la monofunzionalizzazione e si è
optato infine per una configurazione mista ed estremamente flessibile.
Basicamente l'edificio conterrà un
flagship store dei prodotti del territorio, un servizio di ristorazione e un
piccolo polo di accoglienza.
Tali funzioni potranno variare la
loro dimensione all'interno dell'edificio a seconda delle stagioni, degli eventi
correnti e delle necessità e potranno essere integrate da altre mansioni
estemporanee alternative o complementari (cinema, sala espositiva,
club-discoteca, palestra, workshop)
Il fascino della Colonia è
indissolubilmente legato alla sua aura di monumento. L'edificio è stato quindi
preservato integralmente nel proprio aspetto esteriore eliminando le
superfetazioni presenti sul lotto e mantenendo il blocco isolato nella cornice
dei pini e sullo sfondo del mare. Il progetto di rifunzionalizzazione si esprime
essenzialmente 'scavando' l'involucro con spazi tanto orizzontali quanto
verticali andando a costruire una complessa geografia interna che differenzia
spazi dai diversi connotati pur consentendo lo 'sconfinamento' di una funzione
nell'altra.
Redazione:
Grazie Miroarchitetti. Buon Lavoro!
Nessun commento:
Posta un commento